Dolci brume di Borgogna

Spesso nelle mattine autunnali, recatasi lungo le mura del paese dove viveva, in cima a una collina, Géraldine si ritrovava come su una scogliera emergente da un mare di nebbia. Quel fenomeno meteorologico le suscitava emozioni contrastanti: all’inizio era misterioso ed un po’ inquietante, perché il sole ancora non riusciva ad illuminarlo e si presentava come una impenetrabile coltre scura e grigia; poi poteva improvvisamente tingersi di tonalità dorate e, come una spessa ragnatela appoggiata su uno scrigno aperto e traboccante di cose preziose, iniziava lentamente a dissolversi, rivelando uno ad uno ora una guglia di chiesa, ora un filare di alberi, ora una fattoria; poi castelli, ville, interi paesi; squarci di pascoli dove già le vacche brucavano l’erba; e poi le chiuse del Canale di Borgogna ai piedi della collina. In realtà, ogni giorno era uno spettacolo diverso: a volte la nebbia non c’era sin dall’inizio; a volte la coltre si attenuava, ma rimaneva grigiastra; a volte perdurava fitta per tutto il giorno, oppure spariva completamente dopo poche ore e lasciava il posto ad una radiosa giornata di sole, magari bagnata dalla rugiada. Raramente si poteva prevedere l’esito; e il segno mattutino che Géraldine era ansiosa di cogliere, quando alzatasi dal letto e aperti gli scuri dava il primo sguardo alla campagna, poteva anche condizionare il suo umore per tutto il giorno.

Dolci Brume di Borgogna